Le mura poderose e gli archi che slanciati si stagliano tra il verde degli alberi circostanti, sembrano volerci raccontare la storia di quel luogo, che in passato fu un crocevia culturale e religioso.
Il vasto complesso, che originariamente fu edificato dai Benedettini intorno all’anno Mille, passò in seguito all’ordine monastico dei Cistercensi e con essi raggiunse il più alto del suo splendore nella prima metà del XIII sec., quando l’abbazia di Santa Maria del Corazzo si legò al nome di uno dei più grandi mistici medievali, ricordato anche da Dante nella Divina Commedia con questi versi “…il calavrese abate Giovacchino/di spirito profetico dotato...” (Paradiso, XII, 140-41).
Presto, le escatologiche idee mistiche del santo, nonostante fossero parzialmente contrastate dalla Chiesa, si diffusero in tutta l’Italia Duecentesca, soprattutto tra i frati francescani.
Non è difficile immaginare, mentre si è assorti nell’ammirare le rovine del vasto complesso monastico, come, nel Medioevo, esso sia stato punto cruciale di scambio di idee culturali e filosofiche, che attirava letterati e uomini di chiesa provenienti da ogni dove, per trovare arricchimento spirituale grazie alla carismatica figura di Gioacchino. Santa Maria del Corazzo, fu in parte distrutta dal terremoto che colpì la Calabria nel 1783, tuttavia, oltre alle rovine, si possono ammirare, custodite nelle chiese del comprensorio, notevoli opere artistiche provenienti da Corazzo, come, ad esempio l’altar maggiore in marmi policromi (Soveria Mannelli) e il tondo marmoreo (Castagna).
Per raggiungere l'Abbazia di Corazzo dal B&B Casa Marconi è necessario spostarsi in auto seguendo questo percorso: